“Parole di passaggio, colori sbiaditi, voci senza peso, immagini istantanee. Questa è l’intima narrazione della silloge – I miei sogni gonfi – Una spinta esterna che, come la puntura di un ago, balza fuori bramante di essere trascritta. La poesia diviene uno specchio nel quale chiunque può riflettersi e ritrovarsi”

Questa è la sinossi che la poetessa-scrittrice Annamaria Porrino, nonché Presidente della nostra Associazione Culturale Le Silenziose, ha voluto scrivere come incipit alla lettura di questa sua raccolta di poesie. È in un certo senso un esordio in quanto, dopo varie pubblicazioni poetiche in cui era presente insieme con altri autori, ben sei raccolte per le quali ha ricevuto menzioni di merito da parte di personalità come Hafez Haidar, Alessandro Quasimodo e Franco Arminio, entrando poi di diritto a far parte della Enciclopedia dei Poeti Italiani Contemporanei, questa è la prima raccolta di poesie soltanto sue, una parte delle tante poesie che ha scritto negli anni e che, di volta in volta, verranno tutte pubblicate in varie edizioni prossime.
In questo libro la poeta, come lei ama definirsi cioè non poetessa, si alternano poesie classiche e quelle cosiddette brevi, tutte intimistiche, profonde, riflessive, penetranti come lame di coltello eppure delicate, introspettive e veritiere. Sono versi di vita vissuta, sperata, subita, parole che meravigliano, commuovono, aprono discussioni, fanno identificare. Sono poesie che non lasciano indifferenti, ogni rigo è qualcosa, ogni rigo contiene qualcosa, ogni rigo offre qualcosa. Ogni pagina è una autobiografia in versi, nulla è inventato, nulla è stato depauperato, nulla è sufficiente.
Attendo ora
Se tutti i petali di tutte le margherite
ho spellato nei miei sogni alati / attendo ora
che ogni nuda corolla risorga / a concedermi almeno le sue ceneri.
Le mie noie s’allungano nelle ore
a sera bevo quest’acqua / colata dalle mie speranze disilluse.
Oh, vento amico / solletica le mie gambe di lana
carezza le mie guance tese / da spilli sempre nuovi
avvolgi il mio tronco stanco
infine, poniti a fronte / a fissare i miei occhi lucidi.
Non ti arrendere / alla mia vita senza alito.
Ero piccola / m’avete fatta diventare un trampoliere
senza necessitare di gambe di legno.
Nei cieli che ho invocato / ci sono più lamenti che stelle
conta non si può
occorrerebbero le mani / di un intero popolo innocente.
Non ambisco più / a cogliere le mie primavere.
Aspiro soltanto / ad una monotonia liscia.
I miei sogni gonfi
I miei sogni sono gonfi
come cuscini di salotto
mi ci siedo / e divengo alta
ci appoggio le spalle
ed esse si distendono / come corde a molle
ci appoggio le guance
ed esse si rilassano / come panni senza mollette.
Ci poggio il capo
e divento Mary Poppins.
Ed io scrivo
Quando scrivo / divengo funambola
la cordicella è il rigo del quaderno
l’asta la mia penna
i miei passi emozionati
impauriti dal vuoto cui possono cadere
sono le parole scritte
in mezzo a tutto / io che mi prendo l’attimo
prima di gioire / in volo con i passeri.
Elegia della pazienza è lo scrivere
fissi un istante / gli dai colori e moti
poi trattieni tutto sul foglio
a volte piccolo quanto un’ugola
ma che raccoglie il mondo.
Il mio.
Spalancate tutte le porte
le mie parole devono evadere
vagabonde / scopriranno l’ignoto
io a divertirmi / a farle svolazzare
come neonate al cerchio della vita.
Sono la mia nuova musica
ho deciso di iniziare a ballare
la mia fredda fronte / è stanca
di poggiare su vetri / appannati dai sospiri miei.
Sul mio capo voglio poggiare
il balletto delle rondini d’inverno.
Le sue non sono parole ma graffi, suture, speranze, disillusioni, lacrime bloccate, invocazioni, sguardi sull’umanità mai giustificata, scoperchiatura d’ogni male che la saggezza l’ha condotta ad estrarre dall’incavo profondo della sua anima, spirarlo lontano più della potenza degli uragani, e restare nel lindore, nell’appagatezza da sé stessa raggiunta con una dolcezza quasi infantile tanto è inimitabile.
Vorrei
Vorrei
che la mia ombra m’abbracciasse
è così
che mi farebbe capire
che non mi insegue.
Paziente
protegge i miei crolli.
Vorrei vivere
Vorrei vivere
la mia restante vita
in un’alba durevole
sarebbe il fermoporta alla mia speranza
Aspiro soltanto
a dimenticare la nostalgia.
Il silenzio profondo
Il mio silenzio
è talmente
profondamente tale
che quasi lo sento
lui emette suoni suoi
io scrivo parole lievi.
E tutto resta
nel nostro mistero nascosto.
Ogni parola
Ogni parola
che scrivo in versi
è un graffio
alla carta su cui resterà fisso.
Uno in meno sul mio cuore
che così si ricuce.
Difficile chiudere il libro e segnare la pagina che si è arrivati a leggere, il coinvolgimento è totale e non stanca.
Ma poi, lei ci spiazza con poesie brevi che sanno di autoironia, di beffa goliardica di tutto ciò che è sbagliato eppure prolifica, di serenità alla vista di tutto ciò che alla massa sfugge, eppure in lei diviene poesia. Trasforma ogni bruttura in saggezza, ogni ipocrisia in rettitudine, ogni percorso storto in pianure di verdi erbe novelle. Carezzevoli le sue descrizioni ambientali, conduce per mano il lettore nei suoi viaggi reali e immaginari, e lo posa quando lei si stanca di camminare.
Viali
Ho meritato viali larghi senza fondo
ho ricevuto sentieri aggrovigliati.
Mi sarei accontentata
di una stradina di campagna.
E di un solo fringuello
a cantarmi il giorno.
Alla sera
Trovarmi alla sera
e scoprire
la mia ombra che balla.
Quante volte
Chi mi ha uccisa?
Tutti
Quante volte?
Tante
ogni giorno
ogni notte.
E allora com’è
che voi siete cadaveri
ed io ballerina?
Una moneta
Un soldo per un tuo pensiero
si usava dire un tempo
a me dite
una perla per un tuo pensiero
ed io vi dirò -no-
È mio.
Se proprio langui
ti permetto di leggerlo.
Io non parlo.
Io scrivo.
Le mie pupille
Guardatemi nelle pupille
vi vedrete riflessi.
Provate ancora
ad affondare coltelli
vi vedrete assassinati.
Ecco, alcuni esempi di composizioni il cui stile è inconfondibile.
L’autrice riesce a penetrare l’intima coscienza di ognuno di noi senza ferirla ma scuotendola, riesce a parlare di sofferenza eppure non se ne vede il sangue, di ingiustizie ma mai si intercetta un barlume di vendetta. Tutti possono riconoscersi nei suoi versi grondanti di spade aculee, facile meravigliarsi di tanta capacità di smaltimento d’ogni scoria, difficile però imitarla. Leggerla è un obbligatorio bene che dobbiamo concederci…
Le Silenziose, giugno 2025
Il curriculum completo di Annamaria Porrino è leggibile su questo sito alla voce Persone
La foto è tratta dal suo album personale