Sognate di A. Porrino

Sognate

Cosa posso augurarvi di meglio?
Perché dire buona giornata se non si sa come andrà
o buonanotte se si è insonni,
perché dire buon lavoro se quel lavoro è frustrante
o buona serata se la si passa in pigiama
su un vecchio divano celato sotto un copri divano a fiori
o buon anno se devono trascorrere 365 giorni
di 24 ore ciascuno
di cui 12 nella luce e 12 nel buio,
e mai possono essere buoni tutti?
Perché augurare buona fortuna
quando la fortuna non esiste
se non la apparente fatalità di un destino già deciso,
o buon viaggio se proprio il viaggio
è la forma più imprevedibile di un percorso,
o buon compleanno a chi proprio quel giorno
non vuole ricordare la sua nascita
o non vuole ammettere che è passato un altro anno
e nulla nella sua vita è cambiato?
Applausi di rito, sorrisi pesanti di finzione,
auguri che celano maledizioni,
presenze che puzzano di invidie,
strette di mano che sono del genere tritacarne,
sguardi che ti puntano spilli oltre le pupille,
compagnie che ignorano il senso elettivo dell’amicizia.
Una ruota sempre in movimento come pala di mulino,
tanto ospitale da far salire sempre nuova gente
che di nuovo ha solo il nome
ma identica nella solita maschera che ha sul volto
e nei fili intorno al cuore a trattenerlo nell’acido.

Allora io,
che sulle giostre non salgo perché mi nauseano
e mi annoiano nella loro ripetitività di rotare,
per augurare qualcosa che sa davvero di bene,
dico:sogna, sognate.
E’ l’augurio più vero io possa esprimere.
Perché? Ma come perché?
Perché sognare è gratis,
possono farlo tutti, nessuno te lo vieta,
non c’è un codice né una legislatura
che ne regola il si può e il non si può,
ci si sta bene da soli quanto in compagnia,
si vive solo quello che si vuole vivere,
si ama chi si vuole, ricambiati.
Mai nei sogni si presenta la delusione,
si viaggia senza biglietto,
si crea senza conoscenza di manualità,
si diventa l’altro che non si è
e forse mai si diventerà.
Perché sognare è un possesso unico ed esclusivo,
ti fa diventare principe anche se nessuno ti blasonò,
padrone di una reggia anche se sei un senzatetto,
ti trasforma nella creatura più bella
mai vista a specchio alcuno
seppure le tue fattezze sono così disarmoniche
da vivere senza specchi,
magra nei tuoi cento chili
ed elegante nel tuo straccetto da bancarella dell’usato.
Perché sognare fa sentire amati da individui senza volto
così sei tu a definirne i contorni
a tuo piacere,

mentre sei sola o tradita
e copri così il volto nefasto con uno roseo di lindore.
Perché sognare ti fa immaginare in un altro corpo
che vive in un altro luogo
e fa una professione che nella vita reale non esiste,
e non si stanca di esaltarti, di rallegrarti,
di farti sorridere se proprio non riesci a ridere.
Perché sognare ti fa vivere più della vita stessa.
Imparate dunque a sognare,
avrete tutto quello che la vita vi ha rubato
o proprio non vuole concedervi.
Sognate l’alternativa che nessuno vi offre,
un mondo che non esiste,
un sentimento che nessuno ancora conosce.
Sognate e siate felici
attraverserete questo mondo con i piedi di una ballerina,
e chissà,
forse qualcuna di voi
un giorno
si troverà con delle scarpette nuove ai piedi
Se le sarà calzate da se stessa?
Che importa, ce le ha.
E non necessiterà più di sognare.

Roma 10 aprile 2017 ore 13,10
Mentre mangio pane e mortadella
ai piedi del Bernini
e il grigiore dei volti mi passa davanti.
E’ chiaro che non sono dei sognatori

Torna in alto