La natura briosa di A. Porrino

La natura briosa

E nel brio di natura
cavalco i miei sassi,
cavalco e scalcio
da restarli dietro
nell’illusione che mai più
innanzi verranno
ad inciampare i miei piedi retti
per quel sentiero che ora vedo
di vita nuova contornato
come le corolle delle primule
ora spuntate.
Naso insù
a seguire i profumi
del bosco amico,
sanno di bouquet
e d’aria tiepida
senza gas
né pesantezze umane,
orecchio verso al suono
delle sue voci ingenue
che quelle umane hanno respinto.
Ma io vi ascolto
e la mia immergo tra le vostre
mai estranea,
ugola bambina
tra cinguetii gioiosi
a cercare
di ramo in ramo
l’appoggio del dì
che di festa pare
ma sempre così rimane

nel giorno intoccato
nella notte del riposo
in quel ciclo perenne
di perfezione naturale.
Le margheritine mi fanno luce,
rallegrano le tavolozze verdi
d’erbe selvatiche e campanule.
Quanto sei bella natura mia,
fin qui la mano sciagurata
dell’uomo bastardo
giunta non è
a turbare la tua vita serena
che mia diviene
quando mi ci immergo
a prolungarmi la vita.
Come farfalla svolazzante
carezzo cortecce d’alberi novantenni
rami birzoluti
erbe alte
fiori senza nome e sassi tondeggianti
fino alla cima
dove il mondo mi pare piccolo e lontano
e a me non può arrivare
nel tentativo eterno
di farmi cibo per le sue fauci.

Montagna, 8 giugno 2019 ore 14,10
Durante la mia passeggiata fuori dal mondo,
al passaggio di un paio di zainetti con berretti
io mi nascondo.
E poi rido di me.

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