“Se ti senti stanco di te stesso e hai bisogno di ritrovare te stesso, levarti dei dubbi, non c’è posto migliore della Toscana d’autunno” Oriana Fallaci
A mia figlia Melania ho trasmesso da subito il mio amore per la Val d’Orcia e la Val di Chiana, la sua prima vacanza infatti fu proprio lì, e lei aveva soltanto sei mesi. Da allora è tutta una sequenza di foto che formano un unico lungometraggio delle nostre vite toscane: passeggiate per campagne e vigneti, arte povera da ammirare al pari dei capolavori esposti nei musei, paesi dalla bellezza sana e statica, casali come monumenti fermi al tempo, viali di cipressi da sembrare dipinti senza cornice, e gite in macchina da borgo a borgo cantando su brani di musica che abbiamo battezzato – le colonne sonore dei nostri giorni toscani, quelli lieti –
Inevitabile la conoscenza di persone del luogo, oriundi e aggiunti, instaurando con loro amicizie che consumiamo tra abbracci all’arrivo, cene e aperitivi sui belvedere a condividere la vita, e saluti commossi alla partenza. E anche questo rientra nella bellezza toscana, senza accorgercene anche lì abbiamo creato sorellanza. Ecco, è in questo contesto che nasce la scoperta, prima mia poi passata a mia figlia come staffetta di gioia, dell’atelier delle sorelle Gloria e Francesca Brescini. Prendendo come dimora estiva la splendida Pienza, un giorno di qualche anno fa, passando per una delle sue piazze, mi blocco dinanzi una vetrina a domandarmi – come mi è potuta sfuggire una cosa simile? – Entro nel loro spazio moda e da quel momento nasce un feeling mai interrotto tra noi e loro sempre sommerse da tessuti, kimoni, cappotti lunghi fino ai piedi, borse sul cui frontale si sbizzarrisce il pennello di Gloria.
Tra una prova e l’altra si sgranano i racconti delle loro vite, gli inizi, l’azzardo, la caparbietà di amare il bello della manualità, la voglia di far emergere il loro talento attraverso la loro moda, le risate, la mia ritrosia a provare abiti che soltanto lì a volte scompare, e non so perché… gli scambi di esperienze nelle nostre rispettive arti, il sorriso di donne che si appagano da se stesse delle proprie vite scelte.
Toccare i loro tessuti è come toccare la natura che ha voluto farsi salvare, coprirsi con i loro colori è come una ondata d’aria tersa perché sono sani, e carezzare l’etichetta, anch’essa dipinta a mano secondo l’estro del momento, è come sfiorare un piccolo quadro che diventa tuo, te lo porti sulle spalle. Ci congratuliamo guardandoci, abbiamo fatto scelte radicali, abbiamo fatto nostro quel piccolo genio che dal polso urlava di fluttuare fuori, noi e loro su binari diversi ma paralleli, senza mai stazione d’arrivo.
Brindisi a noi quindi, per non aver mai perso la caparbietà di proseguire, meno che mai quel sorriso dai tratti inconfondibili che ci accomuna a tutte le donne che da sole ce l’hanno fatta, che da sole si sono rese felici, orgogliose di non essere mai divenute altre, rischiando di perdere la propria personalità. E la propria unicità.
Annamaria Porrino, 2025
Scrittrice, poeta, presidente della Associazione Culturale Le Silenziose
“La coscienza del vestire è una scienza dell’apparire”
Così diceva nel secolo scorso Maria Bellonci, scrittrice e fondatrice del Premio Strega, il più importante della letteratura italiana. Ha a che fare con l’etica che pratichiamo, aggiungo io, quell’estetica che scegliamo ogni giorno e che, nel tempo, assume la forma dell’identità che vogliamo comunicare al mondo.
Il nostro modo di stare al mondo, appunto.
Ecco perché un abito non è mai solo un abito: né per chi lo disegna e lo costruisce, né per chi lo sceglie e lo indossa.
Gloria e Francesca Brescini hanno cucito la loro storia di donne e di artiste in ogni piega dei preziosi tessuti di recupero che utilizzano; sono capaci di guizzi poetici, come inserti unici nei loro kimono iconici; danno sostanza alla scelta etica sulla quale poggia il lavoro di una vita.
Il laboratorio made in Testaccio a Vignoni, lo spazio creativo ed espositivo a Pienza, e l’ultima casa-atelier di Roma, nel quartiere della storia di famiglia, sono la triade spazio-temporale che anima e nutre le collezioni di pezzi unici realizzati dalle loro sapienti mani e dall’ingegno sempre ispirato. Sono amiche, capaci di grande condivisione. Sono creatrici di bellezza e, come tali, patrimonio di cui averne cura. Per me, indossare un loro capo è un valore: so cosa raccontano.
Melania Petriello, 2025
Giornalista, autrice tv, vice presidente della Associazione Culturale Le Silenziose
Gloria e Francesca Brescini, artigiane della rinascita e della sostenibilità
Siamo due sorelle unite da un profondo legame familiare e da una visione comune: trasformare materiali dimenticati in capi unici, coniugando recupero, sartorialità e sostenibilità.
Il nostro percorso ha inizio a Roma, nel cuore di Testaccio, con Made in Testaccio, un laboratorio pionieristico dedicato alla moda etica e al riuso creativo. In un periodo in cui il concetto di sostenibilità non era ancora diffuso, abbiamo avuto il coraggio di creare uno spazio dove l’artigianato potesse raccontare storie di rinascita e unicità.
Dal cuore di Roma alla Toscana: la nascita di un atelier indipendente. Grazie ad un bando comunale, nel 2012 Made in Testaccio trova casa alla Città dell’Altra Economia, nell’ex mattatoio di Roma. Questo segna un punto di svolta: il progetto cresce e si struttura, anche grazie alla presenza di Emanuele, mattatore, grande cinofilo e organizzatore, con una profonda cultura musicale. Lo stesso anno, il nostro sodalizio artistico e lavorativo diventa anche un’unione di coppia: Gloria ed Emanuele si sposano nelle splendide colline di Pienza, luogo che diventerà la nuova casa del progetto.
Emanuele diviene sostegno per entrambe, nei momenti scuri, quando nella salita non si vedeva la vetta, la vetta è divenuto lui che scuoteva, spronava, faceva tornare la fiducia.
Quando l’esperienza alla CAE si conclude, noi continuiamo la ricerca di uno spazio adatto alla nostra visione, fino alla decisione di trasferirci a Pienza. Qui, con determinazione e senza compromessi, diamo vita ad una vera bottega artigianale, dove ogni capo è il frutto di un processo lento e consapevole, lontano dalle logiche della produzione industriale. Arte, tessuti e sostenibilità: i talenti che danno forma al progetto.
Io Gloria porto nel progetto la mia profonda formazione artistica: diplomata all’Accademia delle Belle Arti di Roma, ho studiato poi scenografia teatrale e cinematografica, sviluppando un occhio attento alla composizione e al colore.
Sono anche pittrice, il mio è un segno inconfondibile, traduco la mia visione in creazioni uniche, come le tuniche dipinte a mano della collezione 3 Warriors. Io Francesca, invece, mi muovo da sempre a 360° nel mondo del tessile, esplorandone ogni sfaccettatura fino a diventare un’esperta di riciclo tessile. La mia ricerca mi porta a selezionare tessuti pregiati destinati allo scarto, trasformandoli con competenza e visione sartoriale in capi contemporanei e sofisticati.
Accanto alla produzione sartoriale organizziamo workshop tessili e pittorici, diffondendo il valore del riuso creativo e della manualità artigianale.
I Kimono Rinascenti sono i nostro must, l’unicità come segno distintivo, il cuore della nostra ricerca: pezzi unici realizzati con tessuti di tappezzeria in cotone recuperati e trasformati con cura sartoriale. Ogni kimono è diverso dall’altro, frutto di un incontro tra materiali pregiati e una visione artistica che valorizza l’imperfezione e la storia di ogni stoffa. Non sono indumenti come tanti, ma vere e proprie opere d’arte da indossare, in cui stringersi divenendo insieme testimoni di un processo di rinascita che si riflette tanto nei materiali quanto nella filosofia del nostro brand.
Poi, un ritorno alle origini ma con nuove prospettive.
Dopo anni di lavoro svolto esclusivamente in Toscana, ecco che torniamo a Roma, nel quartiere che ci ha dato i natali artistici, questa volta per aprire uno showroom che si affaccia sul Mercato di Testaccio. Abbiamo sentito l’impulso di far riscoprire la nostra arte al pubblico romano, riportando in città il nostro impegno per la moda etica e l’artigianato indipendente. E dimostrare anche di avercela fatta, ogni nostro sogno, poi divenuto progetto, si è realizzato, possiamo persino guardare oltre. Non esistono più confini, né limitazioni, esistono soltanto realtà configurate, visibili, tangibili. Ce l’abbiamo fatta!
Le nostre creazioni parlano di caparbietà, di bellezza sostenibile e di un percorso che, tra stoffe recuperate e cuciture pazienti, continua a guardare al futuro senza dimenticare le proprie radici.
I nostri capi sono riconoscibili e richiesti, la nostra firma è segno di maturità manuale e concretezza di realizzazione, il nostro estro è un tutt’uno con il nostro marchio, le nostre etichette sono piccoli dipinti all’interno di ogni capo.
Il nostro nome è legato all’immagine di moda nuova, etica, rispettosa, manuale, da consegnare ad ogni donna voglia sentirsi unica nel suo kimono, nel suo cappotto, puzzle di tessuti che trasudano storia.
Li indossi e ti chiedi: come ho fatto prima a farne a meno?
MADE IN TESTACCIO
Store : Piazza di Spagna 15, Pienza
Laboratorio : Vignoni Alto, San Quirico d’Orcia
Showroom : Testaccio, Roma
IG Made in Testaccio






