Elina Brotherus

Elina Brotherus, fotografa, anni 80

Ho trasferito il dolore in un bellissimo oggetto che può essere ammirato con distacco, e questo mi consola un po’. È come se l’arte legittimasse il dolore. Molti di noi artisti facciamo un uso indecente della infelicità convertendola a fondamento della propria arte.

Elina Brotherus

Finlandese, combatte per anni contro la sua sterilità. Perde, la sua nemica si dimostra più forte del suo desiderio di maternità. Per anni quindi sottopone il suo corpo ad ogni tentativo, anche sperimentale, per renderlo gravido. 



Farmaci, terapie, innesti esterni, nulla. E lei, da laureata in chimica, si trasforma in fotografa per immortalare se stessa, il suo corpo che l’ha inchiodata a quel dolore, ma con un fondo di paesaggio naturale o d’interni di case. E’ così che lei vuole raccontarsi. Una vita viva, intorno ad un corpo spento le cui pose mostrano i tratti dei tempi del dolore. Nessuno sa se l’approvazione pubblica verso le sue foto le hanno lenito questo dolore, o quanto meno dimezzato.

O se le sue foto hanno rappresentato per lei una procreazione, numerosa ed eterna, come nella vita non è.

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